Santa Maria Alemanna

Quando, verso il 1220, s’inizia a Messina la costruzione della chiesa di Santa Maria degli Alemanni, in Francia l’architettura gotica sta raggiungendo il momento massimo della sua maturità e potenza espressiva, dopo aver definito le proprie fondamentali caratteristiche nella seconda metà del XII secolo nelle regioni della Francia settentrionale (Ile-de-France, Champagne, Piccardia), con un linguaggio assolutamente nuovo rispetto a quello degli edifici chiesastici di stile romanico. 

Mentre sono in fase di costruzione le tre grandi cattedrali gotiche francesi, Chartres iniziata nel 1194, Reims nel 1211 e Amiens nel 1220, la chiesa di Santa Maria Alemanna costituisce, senz’altro, l’immagine più completa dello stile gotico nato in Sicilia in un’epoca particolare, quella sveva, con l’imperatore Federico II che non diede alcun impulso allo sviluppo dell’architettura religiosa siciliana. Per converso, intorno al 1220 appunto, autorizzò l’Ordine dei Cavalieri Teutonici ad istituire un loro priorato a Messina e ad edificare la chiesa ed un ospedale.

In Santa Maria degli Alemanni è inequivocabile il carattere unitario, negli elementi stilistici e architettonici, che ne fanno l’unico esempio di architettura gotica siciliana della prima metà del XII secolo.

La pianta basilicale a tre navate e tre absidi orientate ad est, senza transetto, ripete l’iconografia classica adottata per un gran numero d’impianti chiesastici sia coevi che anteriori, e attualmente risulta ridotta nel senso della lunghezza poiché, dopo il terremoto del 1783, la facciata principale subì un arretramento di diversi metri, al punto da essere molto vicina ai pilastri a fascio della prima campata. Della copertura, presumibilmente a volte a crociera, interamente crollata, rimane soltanto qualche traccia e lo schema architettonico-strutturale è eloquentemente dimostrato dai pilastri polistili a fascio, su cui impostavano le nervature costituenti l’ossatura portante delle crociere.

Gli archi ogivali, anche se di forme spiccatamente gotiche per le molteplici, sottili profilature modanate che li fasciano, e, per il nuovo rapporto di proporzione tra larghezza ed altezza, mantengono ancora il ricordo dell’ogiva arabo-normanna non riuscendo ad esprimere in pieno l’arditezza strutturale propria del gotico. Dai resti del portale principale e, particolarmente, di quello laterale nel prospetto nord, si desume chiaramente una diretta derivazione dalla scultura bizantina e romanica. Gli stipiti, ad esempio, sono decorati in maniera uguale nella partizione geometrica in sei formelle circolari, ottenute dall’intreccio di tralci terminanti in rosette e grappolini stilizzati, con l’unica differenza delle raffigurazioni decorative centrali: leoni alternati a grifoni nello stipite destro e figure umane a torso nudo in quello sinistro, tutti rappresentati nell’atto di piegare indietro violentemente la testa.

In sostanza, la chiesa di Santa Maria degli Alemanni costituisce un esempio, eccezionalmente unico per la Sicilia, di organismo architettonico interamente di forme gotiche borgognoni nei pilastri a fascio; nelle campate coperte con volte a crociera ad ogiva; nei costoloni variamente profilati; nell’insieme delle colonne sottili e slanciate; nei capitelli floreali di foglie a grappa, non dovuto all’operato di maestranze locali sempre restìe all’applicazione di forme nuove che si allontanino dal solco della tradizione, ma, sicuramente, ad architetti nordici al servizio dei Cavalieri Teutonici o di ordini monastici. Come sia riuscita ad imporsi, anche se solo episodicamente ed in maniera isolata, questa cultura architettonica gotica nella nostra città, è un affascinante mistero ancora vivo nelle strutture superstiti dell’Alemanna, che ci parlano di una spiritualità medievale destinata a rimanere per sempre ignota a noi che non siamo più “uomini da Cattedrale”.