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Due vasetti di pomata del 1943 |
I nominativi delle famiglie per riservatezza non vengono citati. A volte, alcuni luoghi inizialmente animati in modo benigno, ritiro spirituale dedicato alla preghiera e alla meditazione, nel corso della loro vita hanno ben altro destino, E’ il caso dell’antico monastero di San Filippo il Grande. Dopo l’Unità d’Italia a seguito delle inique “leggi eversive” per la confisca e vendita di beni ecclesiastici, il monastero fu comprato all’asta dalla famiglia Alessi, che lo trasformò in villa. Nella II Guerra Mondiale fu requisito dalle autorità militari italiane e adibito a caserma, mentre la grotta, eremo del santo Filippo secondo la tradizione, servì con lo scavo di una piccola galleria di sicurezza da rifugio antiaereo. Abbandonato dai soldati italiani in ritirata, fu utilizzato allo stesso modo dagli Alleati per una compagnia di soldati scozzesi. Sotto un piccolo ponte della strada per il villaggio Cumia, fu trovato un soldato scozzese morto. Era stato accoltellato al cuore nella notte del 9 settembre 1943; il corpo fu seppellito nel cimitero del villaggio San Filippo.
Sul fatto, anche se non si conoscono gli atti processuali del Tribunale Militare, che ha dovuto giudicare il reato contro le Forze Alleate punibile con la pena di morte2, si vuole ipotizzare che il delitto sia stato commesso da uno della combriccola scozzese: si sa che fra ubriachi spesso scoppiano liti anche sanguinose per futili motivi: forse per il possesso dei due vasetti di pomata. Inoltre non c’è traccia nel quotidiano locale3, la censura alleata4 avrà imposto il silenzio stampa per non esasperare ulteriormente gli animi o per risolvere il caso in àmbito militare Questa triste storia è chiusa da una piccola annotazione nel consunto registro5 delle sepolture nel piccolo cimitero di San Filippo: -defunto- scozzese- morto il 9 settembre 1943- campo comune sez. E fila I n.1; in seguito lo stesso tumulo è stato riutilizzato. Andrea Bambaci
1- Renata Giacomelli, Messina e Provincia dallo sbarco degli Alleati al 1947, Università degli Studi di Messina Facoltà di Scienze Politiche, Tesi di Laurea Anno Accademico 1969-70, pp. 215-217. 2- Allied Military Government / of / Occupied Territory / SICILY / GAZZETTE / N° 1, July, 1943, in Giuseppe Salemi, MESSINA INTORNO AL D DAY, 1945, p. 19, nota. Gli Alleati, sin dai primi giorni dallo sbarco in Sicilia, pubblicarono i primi dodici Proclami redatti e stampati in Tunisia, riguardanti la Sicurezza pubblica e l’Amministrazione delle Finanze. La pena di morte era prevista per qualsiasi persona – Proclama No. 2, art.1 comma 16 – che uccida qualsiasi membro delle Forze Alleate; comma 17: Assalga per cagionare la morte o la grave lesione personale di qualsiasi membro delle Forze Alleate 3- Notiziario di Messina, settembre-dicembre 1943, I semestre 1944. 4- Ibidem, Proclama No. 11, Art. 4 Regolamento Di Giornali e Materia Stampata 5- Archivio Cimitero Comunale S. Filippo, Messina. |