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Dopo 17 anni i bozzetti di Sartorio al Monte di Pietà |
Nelle opere esposte predomina la figura della Beata Vergine Maria. A Lei, icona della Chiesa e celeste patrona della nostra città, affidiamo le aspirazioni profonde, i desideri di bene, e l'impegno per costruire insieme il futuro.
Dopo 17 anni dal 28 marzo al 26 aprile 2015 la Provincia Regionale di Messina ha riportato in mostra i meravigliosi bozzetti del Sartorio nello spettacolare scenario del Monte di Pietà. Già nel 1957, in occasione di un'ordinanza sacerdotale, il 4 agosto i bozzetti furono montati nel cortile interno del seminario.
Un cenno di storia sui bozzetti.
L’Arcivescovo di Messina, Angelo Paino, che aveva previsto la realizzazione della decorazione musiva delle pareti della basilica, assegnò l’incarico per la realizzazione dei cartoni a Rodolfo Villani ma l’apposita Commissione di esperti, costituita per l’esame dei bozzetti, bocciò il progetto ed ordinò la distruzione delle decorazioni, in parte già collocate, in quanto ritenute inidonee all’edificio ed ai mosaici medievali. Monsignor Angelo Paino si affrettò ad affidare nuovamente il complesso incarico della decorazione del duomo di Messina ad uno dei più quotati pittori dell’epoca, Giulio Aristide Sartorio (Roma, 1860-1932), che il 16 settembre 1930 firmò il contratto per l’esecuzione dei mosaici della Cattedrale, impegnandosi a consegnare nel gennaio del 1931 i bozzetti per l’intera decorazione ed entro tre anni i cartoni a grandezza naturale dipinti su tela. Sartorio si appassionò all’impresa dedicandosi allo studio delle vicende storiche della basilica e della città ma, a causa di una grave malattia che colpì l’artista romano, i lavori proseguirono a rilento ed il 7 luglio 1932 riuscì a consegnare i tredici bozzetti su carta di tutti i mosaici ed i cartoni per la Gloria della Vergine tra angeli e santi della controfacciata. Sartorio non si preoccupò di adeguare le raffigurazioni allo stile dei mosaici medievali ma si concentrò sull’armonia complessiva dell’insieme e sulla vivacità delle singole storie ed impiegò i caratteri distintivi dell’arte medievale, il fondo oro e le iscrizioni esplicative, fondendoli con il realismo dei volti e con elementi grafici ricercati tipici della cultura simbolista. La morte prematura dell’artista impedì la realizzazione dei mosaici che, se fossero stati completati, avrebbero costituito un’opera unica nel panorama dell’arte sacra italiana del Novecento. A questa interessante produzione si affiancano numerosi disegni preparatori, in parte conservati alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ed in parte presso gli eredi del pittore, fondamentali per ricostruire la genesi di tale ciclo decorativo che costituisce un documento straordinario della produzione ultima del pittore, la cui attività solo di recente è stata largamente rivalutata da parte della critica.
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