Chiesa e Monastero di Montevergine

Sulla via XXIV Maggio, l’antichissima strada del Dromo, poi “Mastra Rua” e quindi “dei Monasteri”, sorge imponente il monastero di Montevergine che da oltre cinque secoli custodisce il corpo incorrotto della sua fondatrice, Santa Eustochia Calafato, che dall’alto dell’altare maggiore irradia, oggi come ieri, d’intensa spiritualità la città dello Stretto.

Iniziato ad edificare nel 1457, quando Eustochia era monaca professa del monastero di Basicò, il complesso religioso venne ampliato in diversi periodi ed in particolare nel 1502 da don Arrigo Henriquez, grande Armirante di Castiglia.

Fu successivamente ampliato e notevolmente modificato nella seconda metà del sec. XVII; la chiesa venne interamente rifatta dall’architetto Nicola Francesco Maffei, con la collaborazione del figlio Antonino, mentre il monastero, nello stesso periodo, venne realizzato da Andrea Suppa.

In entrambe le opere si può riconoscere l’influenza del manierismo michelangiolesco di Jacopo Del Duca.

“Nell’interno – scrive Maria Accascina – ad unica navata, vi è uno slancio insolito, commentato dal doppio ordine di paraste in marmo a colore filettate di bianco ed un riserbo decorativo, invece della fastosa decorazione a mischi e rabischi che allora furiosamente dominava”.  Il terremoto del 1908, purtroppo, faceva irrimediabilmente cadere anche gli stupendi affreschi che Letterio Paladino dipinse nel 1736. La chiesa venne ricostruita alla quota originale, mentre il monastero fu ribassato di 4 metri. I lavori ebbero inizio l’8 giugno 1927 su progetto dell’ing. Francesco Barbaro dell’Ufficio tecnico arcivescovile ed eseguiti dall’impresa dei fratelli Cardillo.

Durante la ricostruzione, furono inseriti gran parte degli elementi decorativi recuperati dalle macerie e lo stesso imponente portale originario, sormontato dal finestrone timpanato, fu ricollocato nell’identico sito. L’inaugurazione, in forma solenne, avvenne il 22 agosto 1929, nella ricorrenza del 444° anniversario dell’ostensione del corpo incorrotto di Santa Eustochia.