Festa della Madonna della Lettera Patrona di Messina

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“Apud Messanenses celebris est memoria B. Virginis Mariae, missa ipsis ab aedem dulci epistola”: così si legge nel “Chronicon Omnimodae Historiae” di Flavio Lucio Destro, scritto nel 430 d.C. e dedicato a S. Gerolamo. Una notazione importantissima che fa giustizia sommaria di quanti hanno sempre ritenuto che la Lettera vergata da Maria Vergine il 3 giugno dell’anno 42 e portata a Messina l’8 settembre dello stesso anno, sia stato un falso chirografo frutto, nel 1490, di una manipolazione di Costantino Lascaris.

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La testimonianza di Flavio Lucio Destro, che si riferisce all’anno 86, non lascia ombra di dubbio: “Celebre è presso i messinesi la memoria della dolce epistola scritta dalla Beata Vergine Maria”. Una lettera che la Madonna legò con alcuni suoi capelli e consegnò agli ambasciatori messinesi che, informati dalla predicazione di San Paolo Apostolo nel piccolo Villaggio di Briga Marina dove era approdato, si erano recati a renderle omaggio in Palestina e ne avevano ricevuto, oltre al prezioso manoscritto, la Sua perpetua protezione di Messina.

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Il vero e proprio culto della Madonna della Lettera, tuttavia, si affermò solo nel 1716, quando il monaco basiliano Gregorio Arena portò a Messina una traduzione di un codice arabo della lettera di Maria ai Messinesi: da allora, la Madonna della Lettera assunse il ruolo di Patrona e la sua festa si stabilì di celebrarla il 3 giugno di ogni anno.

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Tale festività non ricalca quelle di Reggio Calabria, Catania o Palermo, non è una festa di popolo come quella della Vara e si riduce ad una semplice processione che ha inizio dalla Cattedrale e si svolge lungo il Corso Cavour, Via Tommaso Cannizzaro, Via Garibaldi, Via Primo Settembre e rientro al Duomo. Un percorso di circa 3 km. con tutte le Confraternite della Diocesi nei loro sai tradizionali, che sfilano tra due ali di fedeli.

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Per l’occasione, il dipinto che raffigura la Madonna della Lettera col Bambino sull’altare maggiore della Cattedrale (un rifacimento di Adolfo Romano poiché l’originaria, antichissima icona era già andata distrutta durante l’incendio sviluppatosi nel 1254, nel corso dei funerali di Corrado IV) viene ricoperto, soltanto quel giorno, della preziosa Manta d’oro, opera di Innocenzo Mangani del 1666, conservata nel Tesoro del Duomo.

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La Varetta processionale in argento cesellato con quattro anfore agli angoli, venne realizzata nel 1626 ed è quella stessa che, con modifiche e varie sostituzioni, viene portata processionalmente ancora oggi. Nel 1902 un devoto della Vergine, Nunzio Magliani, volle decorarla a sue spese con una statuetta d’argento alta novanta centimetri e raffigurante la Madonna della Lettera; incaricò, a tale scopo, lo scultore Lio Gangeri che la portò a compimento lo stesso anno, facendola niellare a Roma dall’incisore Pietro Calvi.

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Alla base, si trova un trofeo a rilievo con raffigurati lo stendardo di Messina; una veduta della città e la nave che con gli ambasciatori messinesi si reca in Palestina; Maria che consegna la Lettera al capo delegazione e la stele votiva nella penisola falcata con in cima la “Madonnina”. Dietro la statua si eleva un turibolo variamente decorato sulla cui cima, durante la processione del 3 giugno, viene collocata un’antica pigna-reliquiario in cristallo di rocca contenente I “Sacri Capelli” con i quali la Vergine legò la Lettera indirizzata ai messinesi.

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