Tremotum
“Il fenomeno tellurico che colpì Messina nel lontano Dicembre 1908 ha costituito una cesura senza precedenti per la città seguita da un cupido azzeramento, superato in parte da una ricostruzione connotata quasi sempre da un languido ripiegamento indietro, dal continuo pensare ad una città bella che non esiste più e ad una città anonima nella quale malauguratamente ci si trova a vivere.
Il senso di sfiducia della città e verso la città, nell’ottica di un recupero di un’ integrità civica e funzionale, rimane forse oggi, sostanzialmente, il suo vero limite”.
Tremore di terra d’un tempo
istantaneo
impastato di lacrime e sangue.
Rigurgito tremante di suolo
che spacca fragili certezze.
Onda alta e crudele che miete e lava
il peccato del morto.
Scricchiola il furore della morte
e della sorpresa…
In pochi secondi tuguri di fango e paura
La Falce che brilla su un mare dorato
solcato da vele
e l’alba alta e crudele.
Fu questo a scombinare le trame
della storia, fatta pietra:
di androni di luce e ricchezza,
di chiese abbagliate da argentei colori
di crepe su nobili mura crollate
di altari spezzati
da trista sorpresa
di sordido desiderio!
Un corpo smembrato
Un corpo di vecchio vangato dal tempo
che flebile
reclama un presente, rubato
ma ricco di bagliori
nella sua mente stanca.
Fu un tremore
a spezzare il filo del tempo
qualche secondo
per perdersi nel dedalo di ombre fuggevoli
tra lamenti strazianti
tra navi cariche di paura e di fuga
tra biechi progetti
e risa sguaiate
su membra ormai fiacche;
tra laceri specchi di marmo
d’antica bellezza.
Fu terremoto, e fu di 1908:
oscurità in un labirinto infinito
nel sordido labirinto dell’oblio…
(Passato il centenario aspettando la rinascita)