Antichi mestieri - premessa

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La scomparsa di tanti mestieri, relegati ormai soltanto nella memoria, costituisce una perdita assai grave, dal momento che si pone l'esigenza di conservare la memoria storica per comprendere il nostro presente.

Uno dei mestieri più antichi ed umili in Sicilia è stato quello di venditore ambulante.
Si vendeva di tutto: dalle stoffe, ai panieri, dalla frutta e verdura ai gelati, al pesce, agli articoli di merceria o alle bottiglie di marsala, vermut e bibite varie.
Venditori scope e "muscalora" (antichi ventagli che servivano per accendere il fuoco). Per la loro realizzazione veniva usata, e ancora si usa oggi, la cosiddetta palma nana, chiamata comunemente in dialetto, la "curina" opportunamente preparata ed intrecciata.

Gli ombrellai, tipica categoria di artigiani, riparavano ombrelli sostituendo bacchette rotte e manici spezzati, eseguendo anche rattoppi alla stoffa. Questi erano chiamati anche "conzapiatterutte", poiché riparavano con tecniche particolari piatti e tegami di tela filati o spaccati. Gli ombrellai giravano soprattutto nelle giornate piovose, eseguendo il loro lavoro dinanzi alle case dei richiedenti.

Altra categoria erano gli arrotini, artigiani che giravano per le vie del paese annunciando il loro passaggio con il grido "allima fuorbici e cutedda"(mola forbici e coltelli), dotati di una mola smeriglio, il cui moto rotatorio era determinato da un pedale che azionava una grossa ruota di legno che trasmetteva il movimento all'intero congegno. Oggi l'arrotino esiste ancora ma dispone di mezzi più moderni, anche se la struttura fondamentale del congegno è identica alla precedente.

Altri artigiani considerati di categoria più elevata erano i barbieri, i cui saloni nel passato non erano molto affollati, poiché i clienti andavano a farsi radere una volta o due alla settimana, preferibilmente il sabato e la domenica. Molti si facevano crescere anche i baffi, ad eccezione dei sacerdoti che si radevano anche i baffi, consuetudine che si diffuse anche tra il laicato, specie dopo la prima guerra mondiale per imitazione degli emigrati americani che importavano quella moda da oltre oceano.

I barbieri oltre che di barba e capelli si occupavano anche di altre attività soprattutto sanitarie, come cavare denti o applicare sanguisughe.

Un altro mestiere quasi del tutto scomparso è quello della sartina, favorito dallo sviluppo dell'industria tessile che consentì l'apertura di numerose botteghe per la vendita al dettaglio di tessuti e filati di vario genere, incoraggiando l'arte della sartoria e dando lavoro a sarti e sartine.

I mestieri scomparsi sono più numerosi di quel che si crede, ne ricordo qualche altro: il calzolaio, il cestaio, il fabbro, il falegname, il maniscalco, il carbonaio, lo stagnino, il fornaio,ed altri.