Cenni sulla chiesa di S. Maria della Consolazione

in Gravitelli inferiore e sulla toponomastica della contrada

di Carmelo Micalizzi

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Le origini della chiesa di S. Maria della Consolazione in Gravitelli inferiore sono poco note. Si suppone che inizialmente consistesse nella residenza estiva di un ordine religioso poi soppresso. Il sacro edificio subì gravi danni nel sisma del 1908 e per tale motivo venne demolito.

La ricostruzione avvenne per volontà dei fedeli della contrada che ne affidarono la gestione ad un cappellano operante nell'ambito della parrocchia di S. Lorenzo. Il 25 marzo 1943 l'arcivescovo Angelo Paino ne ufficializzava l'erezione a canonica. Con il programma di ricostruzione approvato il 18 marzo 1948 veniva infine elevata a parrocchia con riconoscimento civile del 4 agosto 1948.

La chiesa è stato fondata su progetto dell'Ufficio Tecnico Arcivescovile ed edificata, fino allo stato di rustico, con finanziamenti statali e regionali. I lavori, iniziati nel 1955, furono condotti, in maniera discontinua e in regime di economia, dal parroco Antonino Trovato e delle imprese Ruggeri e Clemente. Il progetto, ripreso nel 1966, fu infine ultimato a cura del parroco Giovanni Fazio.

L'interno della chiesa non rivela alcuna peculiarità architettonica e decorativa. Si evidenziano gli originali affreschi di Luciano Battoli. L'abside, in particolare, è dominata dalla grande immagine di Cristo che compendia la storia della Salvezza, dalla Creazione, attraverso il Peccato, fino alla Redenzione, come rivela l'epigrafe sull'arco absidale: Dio volle accentrare in Cristo tutte le cose. Le cose del cielo e quelle della terra.

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Gravitela è il nome della contrada che si estende nella parte alta del torrente Portalegni, lungo la via P. Castelli. Placido Samperi spiega il significato del toponimo: «Madonna delle Gravidelle così detta per l'universale divotione delle Donne gravide e parturienti». Lo storico gesuita particolareggia che «Descendendo dalla Rocca di Castellacelo verso la parte Occidentale vi è Vantico famoso Oratorio, e miracolosa Imagine della Madonna, sotto il titolo delle Gravidelle, che da il nome à tutta questa Contrada, [,..].

Le donne soprattutto nelle loro gravidanze, ò nelle difficoltà de' loro parti haveano singoiar ricorso à questa sacra Imagine, che però dagli antichi Messinesi se le diede il titolo delle Gravidelle, e specialmente quelle Donne facevano i viaggi à questo Tempio, le quali non avevano mai sperimentato altro parto». Il nome di luogo deriva quindi dal titolo devozionale mariano che nella sua stesura ipocoristica evidenzia una speciale protezione della Madonna per le donne particolarmente giovani e alla prima gravidanza, pertanto alle primipare.

Fin qui la convincente spiegazione del significato dello storico nome di luogo messinese esposta dal Samperi e in tale accezione tramandata dalla storiografia locale. Ma a leggere il Dizionario Onomastico della Sicilia «Gravitela top. IGM 254 IV S.O.: forse è forma corrotta da Gavitelli, dal pi. di sic. Gàvitu 'quella parte del pascolo che viene riservata alla pastura per quando siano stati esauriti gli altri pascoli'.

È chiaro che non si condivide l'ipotesi espressa in questo autorevole testo in cui peraltro la chiave di lettura è avanzata con la dubbiosa premessa di un forse forma corrotta'. È realtà che talora può capitare di imbattersi, come puntualizzavo di recente, in microtoponimi enigmatici o di sfuggente lettura anche per i più 'ferrati' glottologi giustificatamente ignari di peculiarità spaziali paraurbane, di pie leggende cittadine o di più modeste tradizioni civili e religiose di piccoli borghi e casali.
Portalegni è l'antico nome della contrada che insiste sul medio tratto della via T. Cannizzaro in prossimità del viale Italia.

Il toponimo prende origine dalla presenza di una porta nella cinta muraria cinquecentesca indicata pure come porta delle Gravidelle per la quale veniva esercitato lo jus lignandi, ovvero il diritto di 'fare legna' avanzato dalla Curia Arcivescovile o dalla Università su di un boschetto che interessava l'attigua collina chiamata il Monticello.

Il nome di luogo finì per determinare anche il nome della fiumara nota, sin dall'alto medioevo, come torrente delle Luscinie e poi come torrente di San Filippo il piccolo, per la presenza in quelle vicinanze di un piccolo oratorio dedicato ai santi apostoli Filippo il minore e Giacomo.
Anche per il nome di luogo Portalegni accade tuttavia, come sopraccennato per il toponimo Gravitelli a cui si rimanda per l'allegato commento, che il D.O.S. ignori l'urbanistica storica locale. Infatti la scheda che illustra il nome della fiumara (IGM 254IV S.O.) riporta: «'portalegni', da un soprannome o nome di mestiere, oppure riferito alla forra stessa, con riferimento alla violenza delle acque che vi scorrono».

Il desueto Luscinie, si diceva, era l'antico nome del torrente oggi ricoperto dalla via Tommaso Cannizzaro. Pare prendesse origine dalla abbondante presenza di usignoli nel boschetto del Monticello. Questo singolare zootoponimo dalla forma latineggiante (da usignolo, luscinia-ae) sopravvive oggi nel nome dell'omonimo rione più noto, negli '30 del secolo scorso, come fondo Puglisi e fondo Ruggeri, famiglie in quegli anni proprietarie di quella contrada.