Cento di questi scritti!!!...

Alla pari di un costante, metodico e testardo collezionista ho raggiunto quota “100” con i miei scritti già apparsi su www.messinaierieoggi.it . Mi va di esultare con un “Cento di questi scritti!!”, un brindisi di parole dedicato a me stesso e a chi ha avuto la pazienza di leggermi. Non volevo, né potevo, lasciarmi scappare la grande occasione di esprimermi attraverso una importante finestra sulla Città di Messina, che mi ospita dall'anno 2008; al suo curatore sono grato per avermi dato la possibilità di spolverare momenti di pensiero manifestati in passato e per essere stato da stimolo per nuove elaborazioni mentali. Sono contento di aver raggiunto un simile traguardo, ma, come il mio “andar per monti” mi ha spinto verso quote da vertigine, la quota “100” applicata alla scrittura è solo relativa. Tanti altri momenti del mio passato hanno meritato di essere fermati sulla carta, come per una fotografia che ne ha fissato le emozioni; se un giorno troveranno un posto meno angusto di un cassetto polveroso vi farò sapere. Nella notte del mio tempo, nel senso di “tanto tempo fa…”, giustificavo il mio scrivere così:

"Eccomi “grande”, almeno secondo l’anagrafe, e, per non avere la coscienza tanto sporca e rimproverarmi di non fare niente, scrivo e mi sfogo. Intendo dire che mi sfogo scrivendo, o viceversa, se volete. “Scrivo!...”, risponderò a chi mi domanderà come trascorro la mia giornata. “Ma che lavoro fai?”, insisterà quella o quel “chi”, insoddisfatto della mia risposta, convinto che lo scrivere possa essere sì necessario per alcuni come me, una notevole e valida forma di trasmissione del pensiero, ma che da solo non costituisca una occupazione decente, un lavoro che meriti incoraggiamento. Potrei aggiungere che scrivo “per sfogarmi”: non capirebbe e mi prenderebbe per scemo."

Ritornando al presente, questi cento pezzi di mosaico messi sullo schermo del computer, sembra che abbiano l’inconsistenza di un tappeto di foglie cadute in Autunno; al primo vento o pioggia si disperderanno o marciranno, pur avendo dato bellezza ad un albero a Primavera ed in Estate. Sono stato tentato di proteggere e dare compattezza a queste molecole di pensiero, contenendole insieme e dare loro unica e corale identità di origine e destinazione. In esse mi riconosco interamente senza pentimenti o ripensamenti; le parole mi riportano ai momenti, luoghi e persone che le hanno ispirate. A volte, per ragioni di brevità e rispetto verso chi li ha ospitati, i miei scritti, solo questi cento, ho dovuto renderli “telegrafici”.

Qualcuno, traendo origine da riserve più vaste, sarà apparso più lungo del dovuto, ma è stato necessario per una migliore completezza di pensiero. Ho tratto soddisfazione ed incoraggiamento dalle note di approvazione dei miei lettori; a chi ha saputo apprezzarmi vada la mia riconoscenza e la promessa che non lascerò intentata nessuna occasione di esprimermi ancora. Avevo 9 anni quando scrissi la mia prima lettera a mio padre che lavorava lontano; la conservo gelosamente e tutte le sgrammaticature in essa contenute oggi mi fanno sbiancare o arrossire dall’imbarazzo; al Liceo incontrai un prof. di Italiano, che mi punzecchiava dicendomi che quello che scrivevo non era “farina del mio sacco”. Adesso che altri non mi hanno chiuso le porte, ho la conferma e posso affermare che è tutto mio, anche gli “strafalcioni” di un tempo.

Ullo Paolo