Il recupero della nave traghetto Cariddi nel 1949

  

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Negli anni 40 fu impiegata per usi bellici, cosi nel 43 quando le truppe alleate erano alle porte di Messina, la Marina Militare ordinò al comandante di autoaffondare la nave, la Cariddi si ritrovò su un fondale di 20 metri rovesciata e vi rimase per 6 anni, nel 1949 le FS decisero il recupero e successivamente trasferita a La Spezia dove fu tagliata in due per aumentare la lunghezza di 11 metri cosi i binari diventarono 4 e tra i due tronconi aggiunsero un fumaiolo allungata la piattaforma era capace di ospitare fino 15 autovetture,cosi da 111,4 metri di lunghezza divento lunga 124,2 metri e cosi inizio la sua seconda vita.

Nel 1990 la nave venne definitivamente alienata e nel 1992 venne acquistata dalla Provincia di Messina con l'intento di trasformarla in un museo galleggiante. Il 14 marzo 2006, però, la Cariddi affonda nello specchio d'acqua antistante il molo degli ex Cantieri Navali Picciotto all'esterno del porto di Messina, dove era ormeggiata da diversi anni.

Nel 2012, la Provincia Regionale di Messina assegna alcuni reperti della nave all'Istituto Nautico Caio Duilio di Messina. A marzo 2013, delle 5 scialuppe recuperate dopo l'affondamento (la dotazione iniziale di bordo era di 6), tre vengono demolite e due donate ad associazioni marinaresche.

Il destino ha voluto che la Cariddi restasse in fondo al mare malgrado le promesse...promesse non mantenute...promesse da marinaio come si usava dire una volta, la classe politica messinese dopo tanti progetti non è stata capace a realizzarne nessuno.