Il Santuario di Santa Maria di Trapani

                                                                           

Immagini e suggestioni della città di Messina nel centenario dell'Unità d'Italia

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L'anniversario dell'Unità d'Italia è una ricorrenza che cade annualmente il 17 marzo e che celebra la nascita dello Stato italiano, avvenuta in seguito alla proclamazione del Regno d'Italia del 17 marzo 1861 a Torino.

La completa unificazione del territorio nazionale avvenne però solo negli anni seguenti: nel 1866 vennero annessi il Veneto e la provincia di Mantova, nel 1870 il Lazio e nel 1918 il Trentino-Alto Adige e la Venezia Giulia. A tal proposito, venne anche istituita la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, che viene celebrata annualmente il 4 novembre ricordando la vittoria italiana nella prima guerra mondiale, evento bellico considerato completamento del processo di unificazione risorgimentale.

L'anniversario della nascita dello Stato italiano è stato solennemente festeggiato nel 1911 (50 anni), nel 1961 (100 anni) e nel 2011 (150 anni).

In occasione del 150º anniversario, ricorrente il 17 marzo 2011, in tutto il Paese furono celebrati i festeggiamenti per commemorare l'Unità d'Italia ed è stata proclamata la festa nazionale con scuole, uffici e attività lavorative sospese. Peraltro, al fine di evitare oneri a carico della finanza pubblica e delle imprese private, vennero spostati a tale data gli effetti giuridici ed economici della festività soppressa del 4 novembre, ovvero ogni dipendente dovette detrarre un giorno di ferie obbligate dal cumulo annuale delle ferie.

La Lanterna del Montorsoli

 

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Un video della Marina Militare

Edificata nel 1555 su progetto dell’architetto e scultore toscano Giovan Angelo Montorsoli, che probabilmente utilizzò parte della struttura di una preesistente torre risalente al XIII secolo, l‘immagine architettonica cinquecentesca della Lanterna è rimasta integra fino ad oggi.

Se si escludono la base fortificata con una spessa cortina muraria munita di aperture a feritoia, aggiunta dai francesi nel 1676 durante la rivolta antispagnola del 1674/78, ed il corpo di fabbrica sommitale a pianta ottagonale regolare, intonacato a strisce bianche e nere alternate, che contiene il meccanismo della Lanterna costruito nell’Ottocento, sulla scia delle trasformazioni in fari delle antiche torri fortificate d’avvistamento, come risulta anche in molteplici documenti conservati nell’Archivio di Stato di Palermo.

In questo manufatto con funzione squisitamente militare, il Montorsoli inserisce (con spettacolare effetto figurativo e spaziale) elementi decorativi scultorei nelle finestre a lunetta con doppia strombatura, che, nella serie ben ritmata di archi concentrici ad aggetto progressivo e nell’apparato dell’arco bugnato a “fornice”, creano una felice e poco usuale commistione fra architettura militare e civile, indicativa di un nuovo linguaggio formale e compositivo tardo-rinascimentale.

La mia Messina

Dopo essere stata distrutta due volte dai terremoti e dalla seconda Guerra Mondiale, Messina è risorta più forte, più gagliarda, più gaia e più sorridente.

Quasi per una duplice sfida al destino, là dove è piombata la morte, è ritornata la vita, dove è crollata la casa è sorto il grande complesso edilizio per accogliere degnamente i figli di Messina provati dal dolore e dalle sciagure.

A poco a poco sono sbocciati i fiori luminosi di tante iniziative prepotenti, sature di vita.

Le piazze, il Lungomare, la Fiera, gli Istituti di studio e delle attività economiche e commerciali, le industrie, l'artigianato sono tornati a pulsare, a far sentire il ritmo verso un domani migliore. Messina aveva vinto il Suo destino. Come ieri, come sempre.

Poi, dopo gli anni '70, il lento inesorabile declino della città... la città è letteralmente invasa dai TIR; si chiudono quelle poche industrie che c'erano come la Pirelli, la Sanderson, la Birra Messina e la Molini Gazzi.
Chiudono attività commerciali storiche come la ditta Rotino, Siracusano, Belponer, Salvatore Di Stefano, la F.lli Carifi, F.lli Piccolo,la ditta Rinciari,la ditta Arcidiacono, la ditta Marchese, finisce l'Agosto Messinese.

Il Governo rappresentato dal Ministro Martino, figlio di questa terra, chiude l'Ammiragliato per spostarlo ad Augusta;l'Esercito sposta l'Ospedale Militare a Catania; si sposta il Davide di Donatello a Roma che era il cuore pulsante della Rassegna Cinematografica Internazionale; si dismette l'attraversamento elettrico tra la Calabria e la Sicilia;la Fiera Campionaria Internazionale diventa lentamente sempre più un mercato rionale fino alla totale chiusura nel 2013; le Ferrovie dello Stato dismettono lentamente il collegamento ferroviario e navale con il continente eliminando la continuità territoriale tra la Sicilia e la Calabria; al Nord si parla di TAV in Sicilia si viaggia in treno su un solo binario. Dopo venticinque anni si riesce ad inaugurare mezzo svincolo autostradale per allegerire la città dal traffico veicolare.

Chi arriva a Messina la trova sempre gaia ed accogliente. Chi vi si sofferma non vorrebbe più allontanarsi. Ha una potenza di attrazione e di fascino non comune alle altre città. Perciò è meta ambita di cittadini e di turisti di ogni nazione. Il porto di Messina è anche tra i principali scali turistici del Mediterraneo, con un traffico annuo crescente di croceristi nel 2018 165 scali e 365.000 passeggeri.

Messina è la Porta della Sicilia, città d'arte e Regina dello Stretto, città di Santi e di Poeti, ma qualcuno ancora non si accorge di questa grossa potenzialità turistica!

La processione del Cristo Risorto la domenica di Pasqua

 La Domenica di Pasqua si svolge a Messina la tradizionale processione del Cristio risorto.
Alle ore 8, dopo la Santa Messa, dalla chiesa della Mercede vengono portate in processione i simulacri del Cristo risorto e della Madonna della Mercede.
Tradizionalmente chiamata Festa degli Spampanati, è così chiamata per l'abitudine delle popolane del rione di indossare nell'occasione abiti sgargianti come segno di rinascita e per la sopraggiunta primavera.

La Real Cittadella

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La Real Cittadella, o Cittadella di Messina, è una fortezza del XVII secolo costruita principalmente per il controllo della città dopo la sanguinosa rivolta del 1674.

La struttura pentagonale è oggi proprietà della Regione Siciliana, come bene vincolato dalla Soprintendenza, su demanio marittimo gestito dall’Autorità Portuale di Messina.

Sorge sulla stretta Penisola di San Raineri dalla caratteristica forma a falce che chiude il porto naturale di Messina, proteggendolo verso il mare aperto. La fortezza non fu realizzata tuttavia solo per motivi difensivi.

Infatti fu costruita dagli spagnoli dal 1680 al 1686, dopo la sanguinosa rivolta del 1674-1678. Pertanto la cittadella doveva controllare la città con le proprie artiglierie ed alloggiare una forte guarnigione in una posizione facilmente difendibile.

Il progetto fu affidato all'ingegnere regio Carlos de Grunenbergh, esperto di fortificazioni, che lavorò in Sicilia per circa un ventennio verso la fine del XVII secolo. La fortezza, che interrompeva completamente la piccola penisola, si affacciava sia verso il mare aperto che verso il porto ed era inoltre isolata con un fossato verso l'entroterra, mentre la punta della penisola era presidiata dal cinquecentesco Forte del Santissimo Salvatore. La fortezza fu coinvolta in episodi bellici ed attacchi durante i secoli successivi, ma non fu mai espugnata, arrendendosi solo dopo lunghi assedi per mancanza di rifornimenti.

Nel corso della rivoluzione siciliana del 1848 le truppe della Real Cittadella non si arresero agli insorti, sorreggendo da gennaio l'assedio. Il 3 settembre le truppe del Real Esercito borbonico, comandate dal generale Carlo Filangieri fecero sbarcare nei pressi della città il Reggimento "Real Marina" (truppe anfibie) che, in seguito a duri combattimenti, creò una testa di ponte che rese possibile lo sbarco degli altri contingenti terrestri. Il 7 settembre 1848, dopo un lungo bombardamento della città da mare e dalla fortezza durato 5 giorni, la città fu occupata.

Durante la spedizione dei Mille del 1860, le truppe borboniche a difesa della Real Cittadella di Messina affacciata sul porto, con una guarnigione borbonica di circa 4.000 soldati, restarono l'ultimo baluardo in Sicilia del Regno borbonico dopo che i garibaldini il 27 luglio avevano occupato la città. I borbonici al comando del generale Gennaro Fergola, non tenteranno alcuna sortita bellica.

Dopo la resa il 13 febbraio successivo di Gaeta, ove il sovrano borbonico si era rifugiato, si arresero il 12 marzo 1861 alle truppe dell'esercito piemontese del generale Enrico Cialdini.

A partire dall'unificazione è stata pesantemente danneggiata da lavori portuali ed alcune cortine e bastioni sul lato interno sono stati demoliti. Subì altri danni durante il terremoto del 1908 che distrusse Messina. La porta monumentale detta Porta Grazia, dall'esuberante decorazione lapidea opera di Domenico Biondo, fu smontata nel 1961 e rimontata in Piazza Casa Pia dei Poveri.

Oggi la fortezza versa in stato di abbandono; sopravvivono, in parte interrati, due bastioni (i baluardi Santo Stefano e San Diego) ed alcune altre opere.