C'era una volta...l'Arsenale Militare Marittimo di Messina

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L’Arsenale militare marittimo di Messina, è stato un arsenale della Regia Marina e oggi è un moderno complesso industriale che opera nel settore della cantieristica navale.

Le origini del complesso risalgono all'unità d'Italia, quando con l'avvento delle navi in ferro con propulsione a vapore, il comune di Messina incaricò il genio civile di provvedere alla costruzione di un bacino di carenaggio in muratura. I lavori ebbero inizio nel 1869, ma il comune di Messina, non avendo la possibilità di gestire il funzionamento del bacino appaltò il suo esercizio a varie imprese private.

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Dragamine Classe Salmone ormeggiati a MessinaNel 1924 la gestione passò ad un consorzio cittadino, per poi passare nel 1932 alle dirette dipendenze della Regia Marina che provvide a rimodernare le attrezzature e ad arricchire il comprensorio con nuovi edifici ed officine per la riparazione delle navi. Nel corso della seconda guerra mondiale nell'arsenale avevano la loro base gli incrociatori pesanti della III Divisione con la scorta dei cacciatorpediniere della XI Squadriglia Cacciatorpediniere e le torpediniere della I e II Flottiglia, i MAS della II Flottiglia, i dragamine della II Squadriglia e alcune unità ausiliarie dipartimentali del Comando Militare Marittimo della "Sicilia".

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Pattugliatori classe "Diciotti" ormeggiati a MessinaNel dopoguerra l'arsenale è stato una delle basi della Marina Militare essendo la base operativa del II Gruppo Dragamine con i dragamine costieri della Classe Legni della 53 Squadriglia, i dragamine d'altura della Classe Salmone della 61 Squadriglia, che nell'ultima fase della loro vita operativa hanno operato come pattugliatori d'altura e tra il 1967 e il 1978 i dragamine litoranei classe Aragosta della 74 Squadriglia, oltre a varie unità ausiliari dipartimentali.

L'arsenale è stato anche sede di “MARISICILIA”, il Comando Militare Marittimo della Sicilia fino al 1º novembre 2002 quando il Comando Militare Marittimo autonomo della Sicilia è stato trasferito nella base di Augusta.

Attualmente l'arsenale è la base operativa dei pattugliatori della Guardia Costiera della Classe Diciotti, di altre motovedette della Guardia Costiera e di alcuni pattugliatori della Guardia di Finanza.

Nel 2001 la gestione dello stabilimento è stata trasferita all’Agenzia industrie difesa che ha esteso le attività di manutenzione, riparazione e modifiche, oltre che al naviglio militare anche a quello civile ed alla nautica da diporto.

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Tra le più importanti commesse recentemente acquisite dall'Arsenale di Messina i lavori di revisione e di rimodulazione delle quattro motovedette 200/S in dotazione alla Guardia Costiera, che l'Italia ha ceduto a Panamá, per la sorveglianza delle coste panamensi e per il contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico, nell'ambito di un accordo di cooperazione tra i due stati firmato il 30 giugno 2010.[1] I lavori, effettuati dalle maestranze qualificate dello stabilimento, per riconvertire tali unità navali in imbarcazioni adatte alla navigazione nel Canale di Panamà, sono cominciati nell’aprile 2011 e al termine dei lavori le quattro imbarcazioni, destinate al Servicio Nacional Aeronaval, partite da Messina all'inizio di maggio 2012[2] sono giunte a Panamá alla fine dello stesso mese.

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Il complesso si estende su una superficie di circa 55.000 mq di cui 24.000 coperti per ospitare officine, magazzini e uffici. Il cantiere dispone di circa 300 m di banchine di ormeggio, di un bacino in muratura lungo 150 metri con una larghezza massima di 24,80 e di un bacino galleggiante con una spinta di 850 tonnellate per alaggi di navi fino a 70 metri di lunghezza. Il cantiere dispone di tre gru a braccio con portata fino a 40 tonnellate il cui raggio di azione serve ogni zona dello stabilimento e per ogni Reparto di lavorazione sono disponibili carroponti fino a 20 tonnellate cadauno per tutta la superficie coperta.

Lo stabilimento dispone di un banco prova per motori fino a 3000 H.P., che assicura la possibilità di effettuare test e rilievi strumentali sui motori revisionati e un banco prova, computerizzato per pompe e iniettori, che dà la possibilità di eseguire tarature e regolazioni. Nello stabilimento vengono effettuate revisioni di apparecchiatura elettromeccaniche, pneumatiche, oleodinamiche, di sistemi di propulsione tradizionale e a passo variabile, di impianti timone ed eliche direzionali ed inoltre viene effettuata la manutenzione di motori termici principali e diesel-alternatori

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Nel reparto meccanica viene effettuata la produzione e riproduzione di parti meccaniche in metalli e leghe speciali e accoppiamenti meccanici di precisione ed inoltre, è possibile effettuare riporti, rettifiche e lucidature, il bilanciamento di organi rotanti fino a 1000 Kg e controlli di linearità su alberi portaelica fino a 12 m di lunghezza.

Nello stabilimento viene effettuata la manutenzione di impianti elettrici di bordo in corrente continua e alternata, la revisione di quadri e sottoquadri, avviatori, motori elettrici e trattamenti di ricarica accumulatori, la revisione di impianti di automazione con la possibilità di provare al banco le schede elettroniche, simulando il loro funzionamento a bordo e rilevando i parametri di uscita ed inoltre la revisione di strumenti di navigazione e la revisione di apparecchiature radio e antenne.