POESIA DI SIMONE RAO REQUESENS (1609-1659)
Alunno di Giovanni Alfonso Borelli, docente di filosofia dell’Università di Messina, per la sua poesia era ritenuto molto affine a Orazio, Pindaro e Saffo.
Sorge in teatro: e l’è corona un monte;
Cui l’Alba imperla, e ‘l primo Sole indora;
Città, che ’l mare, e ’l Ciel, mentre inamora;
il piè le bacia il mare: il Ciel la fronte.
Quinci rompe il Tirren, l’Ionio a fronte,
Sol per lei vagheggiar l’onda sonora.
Quindi par, ch’a veder l’Italia ancora
Affretti i colli, e sovra ‘l mar sormonte.
Per lei s’arma Orion di stelle d’oro:
e a custodirla, entro saffolo laccio
Cariddi, e Scilla incatenò Peloro.
Perché ‘n trofeo del lor più alto impaccio,
qui s’avider, che stanche al gran lavoro,
Posò l’Arte la man, Natura il braccio.
Simone Rao Requesens