Fogli volanti di devozione messinese

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di Carmelo Micalizzi

Nel 1522 veniva pubblicato in Messina presso la stamperia di Giorgio e Pietro Spira il saggio matematico di Juan de Ortega Seguitar la quarta Opera de arithmetica (et) geometria.

Questo raro volume è compendiato da alcune xilografie devozionali a pagina intera raffiguranti il Cristo e i santi Sebastiano, Girolamo e Caterina caratterizzate da dettagli popolareggianti di indubbia efficacia narrativa sulle quali si è dottamente discusso se possano attribuirsi ad Antonello de Saliba o siano piuttosto copie, opera di intagliatori locali, di modelli colti di xilografie fiamminghe e tedesche o anche di area messinese.
Per i tipi di Giacomo Mattei si stampava nel 1644 in Messina l'opera del gesuita Placido Samperi Iconologia della gloriosa Vergine madre di Dio protettrice di Messina illustrata, nell'edizione originale, da 76 incisioni a piena pagina, quasi un catalogo seicentesco di iconografia mariana di culto messinese.

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Tali immagini, prezioso documento di storia e devozione, spesso unica testimonianza pervenutaci di opere andate perdute, sono genericamente definite, ad eccezione di alcune tavole di Placido Donia ed Emanuele D'Alfio, una mediocre trasposizione dei dotti modelli pitto¬rici originali. Le stampe sono infatti caratterizzate da segni grafici essenziali, da forme abbreviate e da raffigurazioni sceniche scevre da sovrastrutture intellettuali e improntate a tratti rigidi e posture stereotipate.

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In tema di iconografia devozionale popolare, non a caso sono state citate le incisioni che compendiano i volumi dell'Ortega e del Samperi, tralasciando una loro dotta lettura e intendendo piuttosto rilevare, puntuali tasselli paradigmatici del '500 e del '600, quanto siano permeate delle schiette tracce di quella cultura religiosa popolare che affonda le proprie radici figurative in epoca medioevale e che si proietta, in un continuum storico, fino all'attuale comprensione.

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Si discute pertanto di quella stessa arcaica emozione, invisibilia per visibilia, suscitata dalla lettura visiva di affreschi, vetrate e mosaici delle chiese che "spiegavano" anche la vita e la morte, i vizi e le virtù, l'enfasi dei martiri, le beatitudini dei santi e i misteri delle loro taumaturgie.

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Tale messaggio emozionale intuibile nelle immagini sacre che compendiano sa libri di devozione ma anche di varia cultura, poiché qualsiasi speculazione deffìa telletto umano si ricongiunge al divino, è analogo a quello che si coglie dalla tessitura dei fogli devozionali volanti per secoli venduti nelle sacrestie, sui gradini del chiese e nelle attigue bancarelle o da venditori ambulanti, immutato sottralo 4 comunicazione ieratica, slegato dagli scossoni culturali del rinascimento, della troriforma e del secolo dei lumi e della tecnocrazia, messaggio emozionale nostri giorni ribadito nella raffigurazione dei santini, perché veramente i sunt libri laicorum, le immagini servono da lettura ai semplici.

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La proposta di un saggio antologico di incisioni devozionali di area messine riscontro nell'ipotesi progettuale di un ampio catalogo di stampe religiose popolari. Alcuni tra i fogli scelti, anche se destinati ad un riferimento culturale cittadino, hanno spesso assecondato una generica logica d'importazione di soggetti devoti dei grandi culti insulari e peninsulari, talora un più puntuale incarico di stampa a tipografia di altra città.

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E' per tali motivi, infatti, che è possibile rintracciare in Messina pregevoli xilografie o, più di frequente, fogli da lastre di rame e pietra battuti in botteghe di stampa santi palermitani attivi tra '800 e '900 quali, ad esempio, i Bonafede, gli Incandela. i Natale, gli Isaia, i D'Andrea, i Gramignani e gli Ognibene, oppure repertare alenai più rari fogli prodotti dai tipi dei Camilleri di Floridia, dei Saluta di Lentini o dei Zammit di Noto.
Numerose sono inoltre le stampe edite nelle note botteghe napoletane delle famiglie Scafa e Dolfino, di F. Apicella, di F. Altavilla, F. Rinaldini e di F. Toro. Non è raro infine il riscontro di immagini devote prive di rimandi al disegnatore, all'incisore e al luogo di stampa, pertanto lavorate nell'anonimato verosimilmente per sottrarsi alla censura delle autorità religiose e laiche.

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Di produzione messinese sono invece i fogli devoti ottocenteschi di diverse botteghe come quelle di Antonino Minasi e di Daniele Enrico Bùhring, mentre nel primo scorcio del nuovo secolo si distingue la specifica produzione dello Stabilimento Cromo Litografico di Francesco Parisi attivo, tra il 1910 e il 1925, in via 1° Settembre 163 - 165 e poi in via Camiciotti ai numeri civici 35 e 60'° che si affianca ad analoghi episodici impegni editoriali di una documentata schiera di editori-tipografi".

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Il catalogo comprende la riproduzione di venti immagini devote, da collezioni private messinesi, compendiate da brevi note riferite alla tecnica dì stampa, alla misura del foglio intero e della parte incisa, al luogo, all'epoca, alla tipografia, e alla sintesi descrittiva con trascrizione dall'originale dei titoli e delle dediche non emendate da eventuali errori dello stampatore.