Saro Prinzi "fotografo e patriota"

di Carmelo   Micalizzi

Su Saro Prinzi (1826?–1906), fotografo attivo a Messina  tra  gli anni ’60 e i primi anni ’70 del XIX secolo (1), si conosce ben poco. Si ignorano di lui i tempi e i luoghi della formazione, le dimensioni professionali, la personalità e i rapporti con i colleghi attivi in quegli anni nella città dello Stretto, come pure non sono note le circostanze che lo spinsero ad ambientare il proprio atelier sulla Strada della Pace (2) via non propriamente centrale. La sporadicità delle informazioni induce ad aggrapparsi alle scarne notizie biografiche e ai pochi ritratti fotografici reperiti.    

Nei primi giorni del luglio 1861 in città si parla anche del fotografo  Prinzi. E’ trascorso poco meno di un anno dall’ingresso di Garibaldi in città (27 luglio 1860) e appena quattro mesi dalla presa della Cittadella (13 marzo 1861), ultimo baluardo borbonico difeso dal maresciallo Fergola, assediato per otto mesi prima dalle truppe irregolari del generale Medici e poi dalle brigate del generale Cialdini. Messina è pervasa da intense suggestioni patriottiche di cui si fa interprete la stampa cittadina ancora non esattamente di “opinione” ma con caratteristiche di foglio di “battaglia” pregno di liberatori sentimenti rivoluzionari. In tale clima euforico, tra le semiserie pagine della principale effemeride messinese, il <<Don Marzio>> (3) diretto da Luigi Pappalardo, è riportato un ampio articolo che commenta l’arrivo in città del fotografo Prinzi (4):    

Messina, 7 luglio 1861

Al Pubblico Messinese. Signori, Signore e Signorine. Io vi avvisai dello arrivo del valente fotografo Signor Prinzi il quale – da vero patriota – dopo avere tagliato con tanto successo le teste e i mezzi busti alle più belle ragazze e ai più eleganti lioni di Napoli veniva a rendere lo stesso servizio ai lioni e alle leonesse sue compaesane. Ora vi annunzio che egli à fissato il giorno per l’apertura del suo studio e il sito di esso. Il giorno fortunato è il 7 luglio corrente proprio il primo giorno della novena di S. Prassede; il sito è il terzo Piano dell’Hotel Villanova, Egli fa ritratti microscopici e ritratti quanto il vero – coloriti perfettamente – o no. Fa vedute di monumenti, opere d’arte, fa vedute per stereoscopo sopra carta e sopra cristallo, fa ritratti da ritratti, cioè fa fotografie dalle pitture e le ingrandisce e le rimpicciolisce; insomma il nostro Prinzi con due vetri attaccati a una cassetta, allarga stringe allunga accorcia, in una parola fa quel che diavolo vuole…. Povere le nostre teste che ci capiteranno…. Io vado ad esporre la mia! Che bel partito può tirare la fotografia da fisionomie classiche come la mia!

Dalla briosa nota, vergata con palese intento pubblicitario forse da Raffaele Villari (1831-1908) che subentrerà nel 1863 nella direzione della stessa testata giornalistica, o da Stefano Ribera (1823-1888), dal 1863 direttore della appena nata <<Gazzetta di Messina>>, emerge il nebbioso profilo di Saro Prinzi, non più giovanissimo perché quasi trentacinquenne, valente fotografo, vero patriota e forte della recente esperienza professionale napoletana. Da poco tornato a Messina è sul punto di inaugurare il proprio atelier fotografico al terzo piano dell’hotel Villanova. Garbato e ironico è pure il riferimento al respiro rivoluzionario di quei mesi  comparato all’opera del fotografo che riprende, sviluppa e stampa, abilmente tagliandoli,  busti e teste, su carta sensibilizzata al collodio umido: “[…] insomma il nostro Prinzi con due vetri attaccati ad una cassetta, allarga stringe allunga  accorcia, in una parola fa quel che diavolo vuole ….” conclude faceto il redattore  che non lesina elogi e parole di stima.

Il particolare riguardo gli derivava in buona parte dall’essere fratello a Giuseppe Prinzi (1831-1895), apprezzato e fecondo scultore, già allievo di Letterio Subba,  Tommaso Aloysio Iuvara e Michele Panebianco all’Accademia di Belle Arti della Regia Università di Messina e poi di Pietro Tenerani all’Accademia di San Luca a Roma, con prestigiose committenze nel quarantennio tra gli anni ’50 e ’80 soprattutto a Roma e a Messina (5).  

L’impegno professionale del Prinzi era rivolto soprattutto alla ritrattistica. Il retro dei cartoncini di alcuni ritratti fotografici da lui eseguiti negli anni ’60, riportano la trascrizione Privilegio d’Invenzione/ Fotografia S. Prinzi / Sistema Crozat / Strada della Pace / Messina. Altri evidenziano la dicitura Fotografia Saro Prinzi / Messina, in cui il nome del fotografo e la città sono graficamente incluse in un pittoresco logo raffigurante una tavolozza da pittore, paradigmatico dell’intensa dialettica di quei decenni dibattuta tra pittoricismo e fotografia, e degli assiomi artista-pittore/artista-fotografo e quindi pittore-fotografo.    

Nel 1871, nell’imminenza dell’apertura del Cimitero monumentale, Saro Prinzi e Giovanni Benincasa (1822-1890) (6) incisore ma pure apprezzato “proto” fotografo cittadino, allestiscono decine di grandi stampe all’albumina riprendenti il Famedio, il Cenobio con la sua spianata e le diverse prospettive della collina, ancora in buona parte brulla, scelta per la fondazione dell’insieme architettonico cimiteriale progettato da Leone Savoia e inaugurato il 6 aprile 1872 con la solenne inumazione della salma di Giuseppe La Farina. Sessanta fotografie del Prinzi e altrettante del Benincasa, di cui oggi si sono purtroppo perse le tracce, vengono acquistate dal Municipio con delibera dibattuta dal Consiglio Comunale nella seduta del 10 marzo 1871 (7): 

Messina, 10 marzo 1871

Acquisto di fotografie del Cenobio del Camposanto eseguite da’ Professori Benincasa e Prinzi.

Sull’invito del Presidente, il Consiglio: Accettando l’offerta delle fotografie del Cenobio del Camposanto, per parte dei Professori Benincasa e Prinzi, delibera acquistarsene 60 copie di ciascuna, e manda alla Giunta di fissare e corrispondere loro quel compenso che crederà conveniente. Fatto e deliberato come sopra.

Il Sindaco Presidente, G. Cianciafara.

Il Consigliere Anziano Marchese di Cassibile.

Il Segretario Capo P. Musciarelli 

Il documento rileva  come Saro Prinzi fosse attivo ancora negli anni ’70. L’impossibilità di consultare i periodici messinesi del decennio 1862-1872, perché irreperibili, impedisce di acquisire elementi proficui al profilo del fotografo giusto nel decennio del suo maggiore impegno professionale. Prinzi non è altresì citato nelle “Guide” di Messina pubblicate tra gli anni ’70 e ’80 da Antonino Busacca, Giuseppe Martinez, Nicolò Carlo De Tommaso e dall’editore Carmelo De Stefano.

In una di queste, la Guida per la Città di Messina del 1873, a proposito degli stabilimenti fotografici peloritani,  il Busacca annota conciso come si contano in questo paese dodici fotografie (8), mentre successivo Annuario della Città di Messina, edito nel 1875, vi elenca, indicando pure i domicili professionali, i nomi dei nove fotografi attivi in città (9):

Germeille Bonnaud, Scesa Teatro Vittorio Emanuele

[Camillo] Valvo, Scesa San Camillo

[Vincenzo] Cianuri e figlio, Via Garibaldi

[Pietro] Regis, Corso Cavour

[Giovanni] Benincasa, Via 1° Settembre

[Vito] Bambina Fici, Porta Messina

[A.] Toro, Via Latina

[Giuseppe] Bruno, Via Garibaldi

[Francesco] De Angelis, Via Cardines

Chi sono pertanto i tre fotografi non elencati nella Guida del 1875? A parere dello scrivente sono: Saro Prinzi nella Strada Pace, Ignazio Anzà nella Strada Monasteri, Piazzetta S. Agata 15 e Jacques gestore di quella “Fotografia Parigina” in Via San Camillo 21 che da lì a poco sarebbe stata rilevata da Ledru Mauro e dai fratelli Nicotra..   

La stampa periodica messinese, quella salvatasi dal sisma del 1908 e disponibile dal 1873 in avanti, non registra alcuna nota sul Prinzi, forse in difficoltà in un contesto caratterizzato dalla presenza di una generazione di nuovi fotografi, tra i quali i citati  Mauro con Gaetano, Francesco e Salvatore Nicotra, Pietro Regis e Luigi Cella, operatori aggiornati nelle nuove tecniche fotografiche in veloce evoluzione, dotati di moderna strumentistica e, soprattutto, forti di giovanile entusiasmo professionale.

Lo storico Gaetano La Corte Cailler, compilatore di un Diario che raccoglie alcune tra le principali notizie riguardanti la città dal 1893 al 1918 (10), riporta, in data 23 ottobre 1906,  la notizia della morte del fotografo indicando come fosse stato il primo a portare la fotografia in Messina, o uno dei primi e ricordando che disegnava bene. Rilevante è la definizione di vecchio patriota, quasi ottantenne che riconduce con minimo margine di errore all’anno di nascita, il 1826, l’indicazione di essere fratello sia all’insigne scultore che al professore Giuseppe e il ricordo che, negli ultimi  anni, grazie alla calligrafia magnifica, aveva continuato a lavorare come copista presso l’Archivio di Stato:  

Messina 23 ottobre 1906

Oggi alle ore 18 mentre Saro Prinzi era a pranzo, colpito da improvviso malore morì. Era vecchio patriota , quasi ottantenne, ed ancor lavorava da copista all’Archivio di Stato, con calligrafia magnifica. Era stato il primo a portare la fotografia in Messina, o uno dei primi: disegnava bene, ed era fratello allo scultore ed al professore Giuseppe, che ancor vive vecchissimo ritirato in Via Lenzi.

 

Volendo chiosare, in conclusione, la nota del La Corte Cailler sulla morte di Saro Prinzi indicato fratello allo scultore ed al Professore Giuseppe, che ancor vive vecchissimo ritirato in Via Lenzi, lo storico messinese incorre in un evidente “lapsus” sul nome di quest’ultimo essendo Giuseppe, lo scultore, deceduto da oltre un decennio, nel 1895.  

N  O  T  E

1: P. Becchetti, Fotografi e fotografia in Italia. 1839-1880, Roma 1978, p. 75; C. Micalizzi, Fotografi operanti a Messina, in Il Quartiere Ottavo di Messina “Centro Storico Dina e Clarenza”, a cura di G. Molonia, Messina 1994, p.264

2: A. Busacca, Guida per la Città di Messina, Messina 1873; Ristampa anastatica a cura di R. Battaglia, Messina 1994, p. XIV: “[…] La strada dei Monasteri comincia da S. M. della Scala, e vien tagliata dalla Cincofanti –S. Paolo–Pace–S. Cristoforo–Guelfonia–S. Pelagia–S. Agostino– S. Domenico–Oratorio di S. Francesco–Tutti i Santi–Peculio–Gesù e Maria delle Trombe”.      

La Strada della Pace, nell’impianto urbanistico della città ottocentesca, era una traversa che univa, in prossimità del monastero di Montevergine, la Strada dei Monasteri con la Via Cavour.  

3: A Messina, nel 1861, si pubblicavano: <<L’Indipendente>>, l’<<Abbiccì>>, <<L’Idea>>  e il <<Don Marzio>>.  Sul <<Don Marzio>>, in particolre, cfr.: G. Arenaprimo, La Stampa periodica in Messina dal 1675 al 1880 in << Atti della R. Accademia Peloritana>>, VIII, Messina 1892-93, p. 106; G. Cerritto, I periodici di Messina, Bibliografia e Storia, Milano 1961, pp. 1-4, 14; ristampa anastatica con saggio introduttivo di A. Baglio, Messina 2004; A. Saitta, La Stampa periodica a Messina, Messina 1968, p p. 56-57;  Id., in Cinque secoli di stampa a Messina, Messina 1987, p. 368.; G. Molonia, La Stampa periodica a Messina (1808-1863). Dalla <<Gazzetta Britannica>> alla <<Gazzetta di Messina>>, Messina 2004, pp. 231, 238 n. 24.

4: <<Don Marzio, giornaletto comico>>, a. I, n. 51, Messina 7 luglio 186, p. 4

5: Sulla vasta bibliografia riguardante Giuseppe Prinzi cfr. A. De Gubernatis, Dizionario degli artisti italiani viventi: scultori, pittori, architetti, Firenze 1889, ad vocem; G. Cimbali, Artisti scomparsi. Giuseppe Prinzi, in <<Natura e Arte>>, I, Roma, 1897-98, I, pp. 990-995; G. Attard, Messinesi insigni sepolti nel Gran Camposanto di Messina, Messina 1926, pp., 7, 50; G. Oliva, Annali della Città di Messina, Messina 1954, VIII,  pp.314-315; G. Molonia, Il Reale Teatro S. Elisabetta – Vittorio Emanuele (1852-1908), in Teatro S. Elisabetta – Vittorio Emanuele ( 1852-1908), a cura di G. Molonia,  Messina 1984, pp. 106-107; A. Panzetta, Dizionario degli scultori  italiani dell’Ottocento, Torino 1989, p. 185;  V. Vicario,  Gli scultori italiani dal Neoclassicismo al Liberty, Lodi 1990, p. 506; M. Canto, Dizionario degli uomini illustri messinesi, Messina 1991, ad vocem; L. Sarullo, Dizionario degli artisti siciliani, a cura di B. Patera,  III, Scultura, Palermo 1994, ad vocem; L. Paladino, La scultura a Messina nell’Ottocento, Messina 1997, pp. 132-134; F. Maggio Scultori, marmisti e scalpellini  al Gran Camposanto di Messina, in Un libro aperto sulla Città. Il Gran Camposanto di Messina, a cura di G. Molonia e P. Azzolina, Messina 2004, pp. 278-279

6: C. Micalizzi, Fotografia, in Messina. Storia e Civiltà, a cura di G. Molonia, Messina 1997, pp. 278-279

7: Atti del Consiglio Comunale di Messina. 1871, Messina 1900, p. 59;  G. Rizzo, Annali della Città di Messina, Messina 2007,  p. 139

8: A. Busacca Guida per la Città di Messina, Messina 1873, p. 8

9: Id., Annuario della Città di Messina, Messina 1875, p. 80

10: G. La Corte Cailler, Il mio diario, II, 1903-1906, a cura di G. Molonia, Messina 2002, p. 786