L’identità culturale

di Giuseppe Bonacorso

Premessa
L’identità culturale di un popolo è basata sulla sua cultura. Definire in modo completo cosa si intenda per cultura di un popolo trascende per complessità le finalità del presente documento. Tant’è che a oggi non si è riusciti ad individuare una definizione esaustiva e svincolata da ogni soggettività. Tuttavia è utile fare un breve cenno alle definizioni di cultura emanate dagli organismi internazionali.

L’UNESCO nella “Conferenza mondiale sulle politiche culturali” del 1982 a Città del Messico così la definisce:

La cultura in senso lato può essere considerata come l’insieme degli aspetti spirituali, materiali, intellettuali ed emozionali unici nel loro genere che contraddistinguono una società o un gruppo sociale. Essa non comprende solo l’arte e la letteratura, ma anche i modi di vita, i diritti fondamentali degli esseri umani, i sistemi di valori, le tradizioni e le credenze.

Altre definizioni ne allargano gli ambiti in cui e attraverso cui la cultura si esprime, aggiungendo: i modi di interagire con l’ambiente, le varie modalità di comunicazione nelle sue varie espressioni, i valori di riferimento, le regole della convivenza, il rapporto con il soprannaturale etc.; in definitiva la cultura di una comunità è strettamente connessa con l’idea che quella comunità ha di sé stessa, di tutto ciò che la circonda ed il senso di appartenenza che, nel suo insieme, essa crea, costituisce un importante fattore di coesione sociale per ogni suo componente.

La cultura di un popolo come patrimonio culturale immateriale da tutelare e valorizzare
La diversità culturale dei popoli, al pari della diversità biologica delle specie viventi, in quanto espressione delle varie specie biologiche esistenti l’una e dei vari sistemi e riferimenti culturali presenti nel mondo l’altra, è una ricchezza dell’umanità ed un patrimonio da tutelare. La “Dichiarazione Universale dell’Unesco sulla Diversità Culturale” adottata all'unanimità a Parigi il 2 novembre del 2001 durante la 31esima sessione della Conferenza Generale, all’art. 1 dichiara:

La cultura assume forme diverse nel tempo e nello spazio. La diversità si rivela attraverso gli aspetti originali e le diverse identità presenti nei gruppi e nelle società che compongono l'Umanità. Fonte di scambi, d'innovazione e di creatività, la diversità culturale è, per il genere umano, necessaria quanto la biodiversità per qualsiasi forma di vita. In tal senso, essa costituisce il patrimonio comune dell'Umanità e deve essere riconosciuta e affermata a beneficio delle generazioni presenti e future.

Per l’Unesco Una identità culturale costituisce, pertanto, a tutti gli effetti un Patrimonio Immateriale Culturale.
Il 17 ottobre 2003, dopo che nel 1999 il Comitato Esecutivo da essa espresso aveva lanciato il programma dei “Capolavori del patrimonio orale e immateriale dell’umanità” la Conferenza Generale dell'UNESCO, nel corso della sua 32a sessione, approva a Parigi la "Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale". All’art. 2, la Convenzione così definisce il termine Patrimonio culturale immateriale:

Si intendono per ‘patrimonio culturale immateriale’ pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze e i saperi – così come gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati ad essi – che le comunità, i gruppi e, in alcuni casi, gli individui riconoscono come facenti parte del loro patrimonio culturale. Tale patrimonio culturale intangibile, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi interessati in conformità al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia, e fornisce loro un senso di identità e continuità, promuovendo così il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana.

Del Patrimonio culturale immateriale, la Convenzione evidenzia, inoltre, i cinque principali ambiti di cui è portatore un popolo e l’individuo ad esso appartenente:
La definizione di questo patrimonio culturale immateriale evidenzia cinque ambiti principali dell’attività umana:
a. tradizioni e espressioni orali, incluso il linguaggio, intesi come veicolo del patrimonio culturale intangibile;
b. arti dello spettacolo;
c. pratiche sociali, riti e feste;
d. conoscenza e pratiche concernenti la natura e l’universo;
e. artigianato tradizionale.

Per ciascuno dei vari ambiti delle tradizioni orali e immateriali, l’Unesco:
• suggerisce programmi specifici di salvaguardia;