A proposito di libertà

Non in tutti i monumenti ai caduti in guerra, come quello di Piazza Municipio o Unione Europea, sono elencati i nomi di chi è morto per la nostra libertà. Poche volte sono stato presente ad una cerimonia di commemorazione dei nostri concittadini caduti nelle prime due, e speriamo ultime, Guerre Mondiali, davanti ad un monumento, rimesso a nuovo per l’occasione, e a loro dedicato. Ci sono sempre stato con la mente ad ogni 4 Novembre, come lo sono stato, con il pensiero rivolto a mio nonno, giovedì 16 Novembre 1981, dal marciapiede della stazione ferroviaria Sudbf di Vienna, appena giunto da Torino. Toccavo per la prima volta, uomo libero e senza nemici, il suolo austriaco e la mia prima impressione viennese volava a quell’elenco di nomi scolpito sul monumento del mio villaggio.

Tutti caduti in guerra, alcuni per avermi consentito, ma non lo hanno mai saputo, di fare il turista sotto la pioggia per le strade di Vienna. Dai viali bagnati del Prater e al centro di un ponte sul Danubio ho pensato a mio nonno, reduce, ferito per aver combattuto con qualche nonno di quegli assonnati ed infreddoliti passanti. Ero tentato di fermare qualcuno e dire che mio nonno, ed i suoi compagni che non sono più tornati, non ce l’aveva con loro; che i nostri nonni e bisnonni sono stati costretti da ragioni storiche e politiche assurde a sparare contro gente che neanche conoscevano. Non ho potuto chiedere scusa a nessun viennese ed ho continuato a mangiare castagne infornate, unico e solo pranzo e cena della mia prima giornata in terra dei nostri ex-nemici, sotto l’ombrello, perché io con la lingua tedesca non ci navigo.

Che strana e bella sensazione di libertà sulle rive del Danubio dalle acque color caffè-latte!... Il grande fiume l’ho rivisto Blu in un’altra occasione e sono sicuro che avrebbe incantato, come in un vorticoso e allegro valzer, tutti quei giovani che non hanno avuto la forza di ribellarsi alla guerra. Lo stesso piacevole gusto di libertà mi pervade ogni qualvolta rivolgo lo sguardo all’elenco di assenti che hanno sacrificato se stessi e non hanno potuto godere delle delizie di una vita senza confini e costrizioni. Per non rendere disgustoso un piatto bello e servito, non si può né si deve considerare il principio di libertà secondo una interpretazione personale, a piacimento, come in una recita a soggetto. Come la matematica o una regola geometrica, le nostre azioni di persone libere non possono essere considerate una opinione. Siamo tutte persone libere solo se rispettiamo le regole della libertà. Quali regole? Già!... E qui casca l’asino!... Non me la sento di continuare elencando i miei concetti di uomo libero; ritengo scontato che i miei debbano essere di tutti, perché giusti.

Ma i conti non tornano come nella matematica; alcuni, forse molti, miei concetti di libertà non producono lo stesso risultato se applicati da altri uomini liberi. Come quando non mi riusciva di trovare una soluzione ad un complicato calcolo algebrico, mi inventavo la scusa che l’esercizio era sbagliato. Niente scuse in fatto di libertà! Se sbaglio c’è, va ricercato nella mancanza di esercizio al rispetto della libertà degli altri; saremo veramente liberi quando accetteremo serenamente la necessità di non esserlo sempre e comunque. A quegli uomini elencati sui Monumenti ai Caduti in Guerra, che liberi non sono mai stati, vada il nostro      ringraziamento e la promessa di tramandarne la memoria, briciole di libertà.

Ullo Paolo