Il Monumento a Umberto I al Villaggio Annunziata

di Enzo Caruso

 

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Il 26 settembre 1908, al villaggio SS. Annunziata, il delegato del Sindaco, Domenico Longone, inaugurava a nome della Città di Messina un busto alla memoria di Re Umberto I, il Re Buono, da lui stesso proposto sin dal 3 novembre 1907 in seno alla Società di Mutuo Soccorso, della quale ne era il Presidente. La solenne cerimonia fu accompagnata da un bel discorso pronunciato dal prof. Gioacchino Chinigò.

Questo monumento fu il primo a sorgere nella Provincia di Messina.

Il busto in bronzo, che ancora si può ammirare accanto alla Chiesa nella parte alta del torrente Annunziata, venne realizzato dal giovane Rosario Leopardi, allievo di Gregorio Zappalà, e fuso nella Regia fonderia di Torino.

Dello stesso sono le epigrafi del piedistallo:

Sul lato posteriore:

LA SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO

SS. ANNUNZIATA

QUI NELLA PICCOLA TERRA

PARTECIPE DEL GRANDE ITALO CULTO

PUR GLI PONE UN MONUMENTO

E NEL NOME DI LUI CHE È SIMBOLO

DI TUTTI GLI UMANI EROISMI

RINNOVA GLORIFICA

LA SACRA LEGGE DI AMORE

CHE LA ISPIRA E GOVERNA.

Sul lato destro

NELLA SUA GRANDE ANIMA

SOLLEVÒ GLI UMILE DELLA VITA

AMÒ GLI UOMINI DEL LAVORO

RE MERAVIGLIOSO DI ARDIMENTI E DI PIETÀ

IL POPOLO

LUI PROCLAMAVA

PADRE

Sul lato sinistro:

COL GENIO DELL’EROICA STIRPE

PUGNÒ PER LA LIBERAZIONE

DELLA PATRIA

SOVRANAMENTE CUSTODÌ

RAFFERMATA IN ROMA

LA TRADIZIONE NAZIONALE

Dopo l’Unificazione, più volte Messina ricevette la visita dei Reali e già nel 1862 lo stesso Re Vittorio Emanuele II, aveva voluto onorare con la sua presenza la città dello Stretto

Il 12 maggio del 1862 Vittorio Emanuele veniva infatti accolto allo sbarcatoio dalle autorità e dal Prefetto Mathien, che lo accompagnarono al Duomo e poi al Palazzo Reale del Priorato; la sera, il Sovrano intervenne al Teatro, a lui dedicato già nel 1860, ove assistette alla rappresentazione del “Teseo” scritta dal poeta Vincenzo Amore e musicata dal Giacomo Longo.

Per ben tre volte invece Umberto I fece ritorno a Messina.

La prima fu il 10 luglio 1862. Il giovane Principe giunse nel porto accompagnato dai fratelli Oddone e Amedeo.

Dopo essere stato al Duomo, fu condotto al Palazzo Reale (divenuto residenza del Prefetto) per prendere parte al ricevimento organizzato in suo onore.

L’indomani i Principi si recavano, invitati dal Municipio, al Faro per assistere alla pesca del pescespada e il giorno seguente, sabato 12 luglio, visitavano l’Ospedale, l’Università, le Chiese più importanti, la Cittadella e il Forte S. Salvatore.

Recatisi a S. Gregorio, ebbero modo di osservare il panorama della città, proprio dalla posizione da cui il Generale Cialdini, l’anno precedente aveva diretto l’assedio della Cittadella.

La sera furono ricevuti al Casino della Borsa dove era stato organizzato il Gran Ballo, durante il quale il Poeta Felice Bisazza, a nome dei soci, rivolse al Principe ereditario un “ispirato saluto”;  Umberto, dopo averlo ringraziato lo invitò a pranzo per l’indomani e, insieme ai soci, ad una festa a bordo del “Governolo”.

Il 20 febbraio il Principe Umberto tornava per la seconda volta a Messina, rimanendovi tre giorni. In quell’occasione visitò gli Istituti di Beneficenza e di Educazione; il Circolo della Borsa gli offrì, il 1° marzo, uno splendido ballo durante il quale furono distribuiti, in elegante edizione, i bellissimi versi dettati per l’occasione dal poeta Riccardo Mitchell.

Non più da Principe, ma da Re accompagnato dalla regina Margherita, dall’erede della Corona e dal Principe Amedeo, Umberto I torna a Messina per la terza volta il 17 gennaio 1881.

La famiglia Reale giunse in città per la strada ferrata e venne accolta a Palazzo Jaeger, dai cui balconi salutò la folla festante.

Dopo aver visitato alcune scuole, la Società Operaja i Sovrani si recarono al Duomo dove la Regina Margherita donò alla Manta della Madonna uno splendido gioiello “che si tolse dal petto”.

 Splendido fu il ballo alla Borsa che venne riprodotto su “L’Illustrazione Italiana” dall’artista Ximenes.

Salutato il Sindaco Cianciafara, i Sovrani lasciarono la città imbarcandosi per Reggio. Nei loro saluti il Re disse: “Una cosa solo ci rincresce in questo momento ed è quella di doverci allontanare da Messina”.

Il 26 luglio del 1909, Messina deporrà una corona di fiori sul Busto del Villaggio Annunziata per commemorare l’anniversario della morte di Umberto e il deputato Ludovico Fulci pronuncerò una “nobile e patriottica orazione”.