Pompei

La storia di questa chiesa è fatta di ricostruzioni, dovute principalmente ad esigenze di spazio a seguito del numero crescente di fedeli che la affollavano, al terremoto ed alle guerre.

Il sisma del 1908 distrusse il tempio originario, edificato dai Padri Cappuccini nel 1888. Gli stessi frati lo ricostruirono e lo riaprirono al culto nel 1909. Più volte la chiesa è stata ingrandita perché insufficiente a ricevere tutti i parrocchiani, e, così, nel 1917, i religiosi decisero di ricostruirla più grande, a monte del sito originario ed in posizione elevata, da dove si ammirava tutto lo Stretto e la Calabria. Su progetto dell’ing. Trifiletti, la prima pietra fu posta il 12 ottobre1924 da Mons. Paino che nel 1933, in occasione della sua riapertura al culto, donò alla chiesa una campana di 16 tonnellate. Durante la Seconda guerra mondiale, il 7 aprile 1943, colpite da numerose bombe, l’abside e la navata centrale sprofondarono. A conflitto finito, i Padri Cappuccini si rimboccarono le maniche e ricominciarono a costruirla su progetto dell'architetto Filippo Rovigo, per la settima volta, riconsacrandola al culto il 28 aprile 1951.

Sulla facciata esterna si ammira un mosaico della "Madonna del Rosario" di Pompei attorniata da angeli e santi, al disopra di un grande arco che sovrasta il portale d’ingresso,  ricco di decorazioni e statue. All’interno, la navata centrale poggia su pilastri con archi ogivali a sesto acuto; sull’altare maggiore risalta un gruppo statuario in legno della "Madonna del Rosario col Bambino, San Domenico e Santa Caterina", opera degli artigiani di Ortisei. Alle pareti si trovano quindici dipinti di Padre Dionigi di Adrano, raffiguranti i "Misteri del Rosario". Particolarmente pregevole è un altarino del 1866 in legno intarsiato, dedicato a San Michele Arcangelo.