Santuario di Montalto

Dedicato alla “Madonna delle Vittorie”, il Santuario di Montalto sorge sul colle della  Caperrina, definito il "Campidoglio di Messina" per il movimento rivoluzionario del 1282 che vide il popolo messinese impegnato contro l’assedio degli angioini, durante i Vespri Siciliani.

Le fonti agiografiche antiche narrano che la Madonna, in quell'anno, sotto le vesti di una “Dama Bianca”, deviasse con le mani le frecce dei nemici e avesse coperto, con le sue candide vesti, le mura rendendole invisibili agli assalitori francesi. Nel 1294, secondo la tradizione, la Madonna apparve  in sogno ad un frate eremita di nome Nicola che abitava in una grotta sul colle, dicendogli che era suo desiderio vedere sorgere, in quel posto, una chiesa a Lei dedicata. A tale scopo, l’indomani,  avrebbe fatto volare sul terreno designato una colomba bianca che, con il suo triplice volo circolare, avrebbe indicato il perimetro della futura chiesa.    

I Senatori e l’Arcivescovo, il 12 giugno come stabilito,  videro volare  a mezzogiorno, sopra lo stesso terreno, la colomba bianca per  tre volte  nel cielo, per poi sparire prodigiosamente. Il Senato messinese, così, acquistò il terreno per erigere la chiesa che  venne intitolata alla Beata  Vergine di Montalto ed affidata alle monache; dopo il 1389 queste edificarono, accanto ad essa, un monastero ed introdussero il culto della Madonna di Montalto.

Il complesso fu distrutto dal terremoto del 1908, ricostruito nel 1911 ed ampliato nel 1928.

Nel 1929 la ditta Colbacchini di Padova, con il bronzo ricavato dai cannoni nemici nella Grande Guerra del 1915/18, fuse e realizzò ben 25 campane in grado di riprodurre qualsiasi suono. In ogni campana si legge: “ fusa col bronzo tolto al nemico 1915/18. Donata da Sua Eccellenza mons. Angelo Paino, arcivescovo di Messina, nell’anno del Giubileo 1925”.

Il Santuario custodisce opere degne di nota  come, ad esempio, il "Trono" in marmo della

Madonna scolpito  nel 1915 dal marmista Munaò; il tabernacolo in legno; la balaustra marmorea; due acquasantiere in marmo della fine del ‘700; un fonte battesimale in marmo scolpito da Diletti, con cupola in rame sbalzato lavorato nel 1965 da G. Catanzaro,  una serie di dipinti su tela seicenteschi con la narrazione del miracolo della colomba e due Crocifissi lignei quattrocenteschi.