Scalinata Santa Barbara

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La scenografica scalinata S. Barbara, fiancheggiata da una cortina continua di edilizia abitativa del ‘700 e dell’’800, dalla via Tommaso Cannizzaro conduce alla barocca chiesetta della Madonna della Rosa ed al sovrastante Viale Italia. Essa rappresenta un prezioso brandello superstite di sistemazione urbana pre-terremoto, sviluppandosi sull’area sommitale del bastione S. Barbara facente parte della cinta muraria fatta realizzare da Carlo V nel giugno del 1537, e, a ridosso dell’antico borgo del Tirone, porzione significativa di tessuto urbano settecentesco ed ottocentesco della città.

Prende il nome di “S. Barbara” perché prima del sisma del 1908, sulla rampa iniziale nell’omonima attuale piazza, affacciava il complesso religioso monastico alla santa dedicato. In origine la scalinata collegava la parte bassa della città con il Noviziato dei Padri Gesuiti (1576), istituto religioso di formazione dei novizi che, appunto, aspiravano ad entrare nell’Ordine fondato nel secolo XIV da Sant’Ignazio di Lojola. Dopo il 1908, andato parzialmente distrutto il Noviziato dagli eventi tellurici ed edificato, al suo posto, il complesso di edifici militari della caserma “Sabato”, la scalinata venne interrotta dal tracciato della Circonvallazione (viale Italia) la cui realizzazione ebbe inizio nella prima metà degli anni Trenta.

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La chiesa Madonna della Rosa, cui conduce nella parte alte la scalinata, è un oratorio di proprietà privata appartenuto alla famiglia Stagno D’Alcontres Villadicani di Mola. Prende anche il nome di S. Maria della Mercede al Tirone da una bella statua settecentesca che mons. Guglielmo Stagno D’Alcontres, ausiliare del Cardinale Giuseppe Guarino, rilevò dalla chiesa della Mercede di via I Settembre quando i Padri Mercedari, a causa delle leggi eversive del 1866, dovettero abbandonarla. Per la stessa ragione la chiesetta viene anche intesa “Madonna della Rosa” come quella, appunto, dei Mercedari di via I Settembre. Ricostruita la facciata dopo il sisma del 1908, la chiesa conserva sul prospetto laterale, che affaccia sulla scalinata, una finestra seicentesca in pietra calcarea, sormontata da una pregevole testa d’angelo in altorilievo.

Lungo la gradinata si sviluppano, senza soluzione di continuità, abitazioni del‘700 e dell’’800. Si tratte di rare e preziose testimonianze di architettura del ceto medio-popolare dei secoli passati, con tipologie edilizie che, oltre al piano nobile, comprendono anche il piano ammezzato o “mezzanino”. Gli edifici si caratterizzano per le cornici sagomate di porte, finestre e balconi in pietra calcarea, edificati sugli spalti del cinquecentesco bastione S. Barbara e che ancora mantengono la numerazione civica in piastrelle maiolicate precedenti al terremoto.