Palazzo di via Faranda

Della seconda metà del sec. XIX, sorge sull’area del quartiere Tirone il bel palazzo di via Faranda, al numero civico 36, adiacente al tratto di cinta muraria cinquecentesca che sale verso il bastione dello “Spirito Santo” e delimitato dalle vie Faranda, Durante, Bova e Montebello.

A tre elevazioni, ripete nello schema compositivo e negli elementi decorativi quelli che sono i canoni stilistici diffusi nel panorama architettonico messinese dell’Ottocento, riscontrabili nella maggior parte degli edifici residenziali sopravvissuti al terremoto del 1908.

Il prospetto principale, in via Faranda, trova la sua massima caratterizzazione e potenza espressiva nel moto ascensionale impresso dal partito architettonico centrale, in leggero aggetto, dov’è concentrato tutto l’apparato decorativo: due alte e strette paraste, interrotte in maniera non drastica dalla fascia marcapiano, inquadrano e sottolineano l’asse gerarchico individuato dallo slanciato portale d’ingresso con bugnato a raggiera e dal sovrastante balcone, che si distingue dagli altri per l’elaborata ringhiera e per il timpano semicircolare che ne corona la porta-finestra. Lo stile neorinascimentale, allora in gran voga, viene applicato anche in questo palazzo, dove trova accenti d’intensa suggestione coloristica.