A Franco Tripodo

Sulle rocce della memoria

avevi posto

il senso d’ogni cosa

e le albe e i tramonti

in successione

di tempi e di dolori

ti hanno trovato

sulle pagine innocenti

di cari libri e quaderni di scuola!

 

E tra i banchi e la lavagna

tra un capriccio ed un bisticcio

il cammino della tua vita

ti portò

aitante

anche sulle scene

e nel fiore dei tuoi occhi

stanchi già ai dolori umani

s’apriva

con passi d’avventura

la tua primavera.

 

Scuola e palcoscenico

dolce binomio

riempiono così i tuoi giorni

in un’immensità

di spazi liberi.

Desideri

sogni

illusioni

realtà

conoscono

il sereno e la tempesta.

A volte

appaiono come rami secchi protesi

verso nuvole grigie

a volte

gabbiani garrire in limpidi cieli.

 

Le tue lotte

le tue sconfitte

le tante vittorie

segnano

silenti

il passare del tempo

che divora antichi passi

con avida radice

mentre il vivo scoppiettare a fuoco

del tuo parlare

lo restituisce l’eco

che non si dileguerà mai.

 

 

Ora

come rondine che spopola

la campagna

sei tornato alla terra

che s’impingua di lieviti umani

e che trasforma

con un lento disfarsi

in ombra e polvere.

 

Più non hai bianche ali

né mani di dolore

che suonano arpe di speranze

e mentre altri

oggi

e domani altri ancora

ciascuno con maschera disuguale

nel volto

seminano e semineranno

i fiori di sempre

nei solchi che le tue mani rapaci

scavarono

con slancio d’intensa

e fulgida luce,

oggi

ti ringrazio per tutto quello

che mi hai insegnato sulla scena.

 

Ora ti sei annullato

nel silente spasimo dell’eterno

cedendo

all’irresistibile ed inevitabile

invito della “bianca signora”

intransigente risolutrice

dei nostri sogni terreni

che nel suo perenne

instancabile girovagare

ha raggelato

con le sue fredde ali

il tuo cuore.

 

Se puoi ascoltare la mia voce

come ultima battuta

di uno dei tuoi suggeritori

queste mie parole

pur sgorgando fra gelidi pensieri

di morte

diventino fiori di un caldo ricordo

sempre vivo

della tua esistenza terrena

e i cui petali

nell’urna che racchiude la tua Arte

io sfoglio

finché il tempo

avrà vento di memorie!

 

Filippo Panarello