Sulle rocce della memoria
avevi posto
il senso d’ogni cosa
e le albe e i tramonti
in successione
di tempi e di dolori
ti hanno trovato
sulle pagine innocenti
di cari libri e quaderni di scuola!
E tra i banchi e la lavagna
tra un capriccio ed un bisticcio
il cammino della tua vita
ti portò
aitante
anche sulle scene
e nel fiore dei tuoi occhi
stanchi già ai dolori umani
s’apriva
con passi d’avventura
la tua primavera.
Scuola e palcoscenico
dolce binomio
riempiono così i tuoi giorni
in un’immensità
di spazi liberi.
Desideri
sogni
illusioni
realtà
conoscono
il sereno e la tempesta.
A volte
appaiono come rami secchi protesi
verso nuvole grigie
a volte
gabbiani garrire in limpidi cieli.
Le tue lotte
le tue sconfitte
le tante vittorie
segnano
silenti
il passare del tempo
che divora antichi passi
con avida radice
mentre il vivo scoppiettare a fuoco
del tuo parlare
lo restituisce l’eco
che non si dileguerà mai.
Ora
come rondine che spopola
la campagna
sei tornato alla terra
che s’impingua di lieviti umani
e che trasforma
con un lento disfarsi
in ombra e polvere.
Più non hai bianche ali
né mani di dolore
che suonano arpe di speranze
e mentre altri
oggi
e domani altri ancora
ciascuno con maschera disuguale
nel volto
seminano e semineranno
i fiori di sempre
nei solchi che le tue mani rapaci
scavarono
con slancio d’intensa
e fulgida luce,
oggi
ti ringrazio per tutto quello
che mi hai insegnato sulla scena.
Ora ti sei annullato
nel silente spasimo dell’eterno
cedendo
all’irresistibile ed inevitabile
invito della “bianca signora”
intransigente risolutrice
dei nostri sogni terreni
che nel suo perenne
instancabile girovagare
ha raggelato
con le sue fredde ali
il tuo cuore.
Se puoi ascoltare la mia voce
come ultima battuta
di uno dei tuoi suggeritori
queste mie parole
pur sgorgando fra gelidi pensieri
di morte
diventino fiori di un caldo ricordo
sempre vivo
della tua esistenza terrena
e i cui petali
nell’urna che racchiude la tua Arte
io sfoglio
finché il tempo
avrà vento di memorie!
Filippo Panarello