Palazzo dell’INAIL e del Catasto

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Il Pallazzo dell'INPS

Sulla via Garibaldi, lato mare, sorgono i Palazzi dell’INAIL e del Catasto, entrambi costruiti tra il 1938 ed il 1940 e progettati da Giuseppe Samonà e Guido Viola, vincitori assieme a Camillo Autore e Raffaele Leone  del  concorso nazionale bandito per la ricostruzione della distrutta Palazzata che prevedeva la realizzazione di tredici edifici, stilisticamente omogenei, ma che non avrebbero mai raggiunto la bellezza di quella distrutta nel 1908. Il progetto, di fatto, non fu mai completato e si realizzò solo una parte compresa tra il Palazzo della Dogana ed il Banco di Sicilia.

145.jpgIl Palazzo del Catasto

In pulito stile razionalista, le facciate esterne sono rivestite in travertino, interrotto solo dalle finestre rettangolari. Sull'edificio del Catasto, ex palazzo Littorio, si conserva un grande bassorilievo marmoreo allegorico del lavoro, attribuito allo scultore messinese Antonio Bonfiglio.

 

Palazzo della Banca Commerciale

Sulla Via Primo Settembre, all’incrocio con la parte iniziale del Viale San Martino, si può ammirare l’edificio della Banca Commerciale Italiana, costruito su progetto dell’architetto P. Interdonato e inaugurato il 5 novembre 1924. La facciata, in stile neo-classico, si sviluppa su due elevazioni con balconi a petto e quattro colonne incastonate accanto al portone principale d’ingresso

Palazzo della Camera di Commercio

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Imboccando la via Primo Settembre, subito dopo aver lasciato Piazza Stazione,  s’incontra Piazza Cavallotti sulla quale prospetta il Palazzo della Camera di Commercio. Costruito dalla ditta Pace su progetto dell’arch. Camillo Puglisi Allegra, si compone di un piano terra e due elevazioni, con decorazioni in stile classico.

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Il secondo piano, a differenza degli altri, è finestrato con balconi ornati da elegantbalaustre; tutta la facciata esterna del palazzo è bugnata con un rivestimento che ricorre su stipiti e paraste.

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Originariamente l'edificio era ad una sola elevazione e solo dopo la Seconda Guerra Mondiale si realizzò la sopraelevazione, che si stacca visivamente dal resto delle facciate per il cornicione molto sporgente, all’origine coronamento della prima costruzione.

Vi si accede da un’ampia scala, in marmo bianco, che conduce a tre ingressi ad arco sormontati da balaustre con balconate e chiusi da tre grandi cancelli decorati in ferro battuto. Superando l’ingresso principale si perviene ad un vestibolo, dove, in apposite nicchie, sono sistemati busti bronzei di illustri personaggi messinesi. Dai lati del vestibolo partono due scalinate in marmo che conducono al piano superiore. 

Nei corridoi sono esposti quattro grandi dipinti di Zona e altri quattro di Francato, eseguiti nel 1960 ed aventi per soggetto il lavoro dell’artigianato e dell’industria messinese. 

Palazzo della Cassa di Risparmio

Il Capitale sociale era di 42.500 lire, e iniziò le sue operazioni con un modesto fondo di dotazione, costituito in parte con il contributo del Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio e in parte con porzione degli utili delle due Casse di sconto istituite, sotto il dominio borbonico, a Palermo e a Messina.

Nel 1887 gli amministratori dell’Istituto conclusero le trattative per l’acquisto dell’area di una parte dell'ex convento dei Padri Mercedari scalzi che ne fecero sportelli dal 1891 e poi la sede centrale, ampliata e completata dal 1907 al 1912 dall'architetto Ernesto Basile, trasferendola dal palazzo della Zecca al Cassaro. La banca incorporò quindi il Monte dei pegni Santa Rosalia, che aveva sede nel palazzo Branciforte Pietraperzia. Nel 19O2 la Cassa aprì le filiali di Messina, di Trapani e di Termini Imerese.

Dopo il terremoto che colpì Messina, la notte del 28 dicembre 1908, si sarebbe dovuta inaugurare nella città la nuova sede dell’istituto,prima fra le dipendenze della Direzione generale.

L’edificio di Messina sarebbe stato, quindi, inaugurato prima che iniziassero i lavori per la realizzazione della Direzione generale, fatto che renderebbe abbastanza forzato il volere cristallizzare il progetto per Palermo al 1907.

L’edificio progettato da Ernesto Basile ha una marcata memoria rinascimentale, come rievoca nella facciata del palazzo il piano terra, contrassegnato dal bugnato, sia attorno alle finestre, che negli angoli, così come nella campitura centrale e, a loro volta, le paraste delimitano il portale d’ingresso, affiancato da severe colonne tuscaniche, sovrastato da un balcone, secondo un desueto modello barocco.

Nel secondo ordine, le finestre oblunghe si aprono tra brevi superfici di semplice intonaco listellato fino a giungere al piano attico con finestre quasi compresse dal cornicione. Nell’interno dell’edificio, invece, nella sala degli sportelli, prevale il recupero di quella memoria floreale che ha in Ernesto Basile il protagonista dello stile Liberty.

Palazzo della Dogana


In piazza Palazzo Reale, all’incrocio tra via Primo Settembre e viale San Martino, si eleva il Palazzo della Dogana.

Il corpo centrale dell’edificio reca, sul fastigio, un gruppo allegorico che rappresenta la prua di una nave, con a fianco due ruote alate, mentre naviga tra i flutti di Scilla e Cariddi. Questa simbologia ricorda la vocazione commerciale di Messina che, in passato, ha tratto la sua maggiore economia soprattutto dai traffici marittimi. Sugli archi centrali, sopra i tre cancelli d’ingresso, risaltano le teste alate di Mercurio, protettore dei commerci.

L’edificio, costruito su progetto dell’architetto G. Lo Cascio nel 1914, ricade in gran parte sull’area del normanno Palazzo Reale. Lato mare, si arricchisce di una splendida cancellata in ferro battuto intercalata da colonne lisce in ghisa, con capitelli che sorreggono le travature di una grande tettoia, sempre in ferro, di epoca ottocentesca.

Palazzo della Galleria Vittorio Emanuele III

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Nella circolare piazza Antonello, allineata con altri prospetti architettonici curvi, è stata costruita la Galleria Vittorio Emanuele III. Progettata dall’architetto Camillo Puglisi Allegra e finanziata dalla Società Generale Elettrica della Sicilia per dare adeguata sede ai propri uffici e creare un importante polo residenziale e commerciale nel cuore della città, in pieno centro storico, fu inaugurata il 13 agosto 1929, contemporaneamente al Duomo ricostruito.

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All’interno si articola in tre bracci confluenti, al centro, in un esagono chiuso da una volta a cupola vetrata e con tre ingressi. 

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Tutte le volte a botte hanno dei lucernai a vetri colorati; il pavimento è realizzato con tesserine a mosaico. Il portico centrale, che dà sulla piazza Antonello, ha un monumentale arco segnalato da robuste paraste e da un fastigio sopraelevato, che costituisce l’ingresso principale  della Galleria.  

 

Palazzo della Prefettura

170_-_Prefettura.jpgIl Palazzo della Preettura in una foto anni '30

Proseguendo per via Garibaldi, dopo piazza Municipio, s’ incontra il Palazzo della Prefettura sorto sull’area di un antico edificio che, fino al 1806, fu Sede del Gran Priorato dell’Ordine di Malta. Successivamente venne destinato a  Palazzo Reale, e, nel 1877, utilizzato come sede della Prefettura dopo essere stato adattato e risistemato dagli architetti Lene Savoja e  Giacomo Fiore.

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L’attuale edificio fu costruito nel 1920 su progetto dell’architetto Cesare Bazzani, in stile neo-classico e rinascimentale con citazioni Liberty.

L’ingresso principale immette in un grande atrio colonnato ed in una monumentale scala di rappresentanza che conduce al piano superiore.